una pubblicazione dellaFellowship of Friends

Essenza e Personalità

La parte di noi che può essere presente e trascendere se stessa consciamente è chiamata essenza nel linguaggio del sistema. Ouspensky ha detto: “Sonno, risveglio, consapevolezza si riferiscono all'essenza, non alla personalità. Il vero sviluppo avviene in essenza".

L'essenza è quello che siamo dalla nascita: la nostra razza, la chimica fisica, le nostre tendenze ed i talenti, il nostro modo di reagire al mondo esterno. Ad esempio, ognuno di noi ha un'inclinazione diversa rispetto al lavoro fisico, allo sport, ai viaggi, all'educazione, al business e alle arti. I nostri interessi naturali e gusti non sono qualcosa che si impara. Fanno semplicemente parte di chi siamo.

La personalità, invece, è chi diventiamo. E' tutto ciò che apprendiamo, che ci viene insegnato, tutto quello che imitiamo. Ad esempio, impariamo a comportarci nella società, ci vengono insegnate professioni e capacità, imitiamo opinioni, portamento ed espressioni facciali. Tutte queste cose prendono una loro vita immaginaria, dando luogo ad una personalità che gradatamente prende il posto dell'essenza. Diventiamo artificialmente complicati, perdendo il contatto con la nostra natura semplice.

Possiamo osservare l'essenza nei bambini piccoli, che sono ancora puri ed innocenti, interessati a tutto quello che li circonda. Non sono pretenziosi o preoccupati di loro stessi. Non vivono per il domani. Essi esistono semplicemente nel momento a cui sono presenti Robert Earl Burton ha osservato che: "I bambini vedono quello che li circonda, mentre gli adulti diventano ottusi". Questo è dovuto al fatto che lo stato interno dei bambini è molto vicino al terzo stato di coscienza. La differenza sta nel fatto che la consapevolezza dei bambini non include la divisione dell'attenzione, essi quindi esistono in uno stato di fascinazione, non di presenza.

L'essenza, nella sua forma più pura, è uno stato semplice, senza consapevolezza. Al contrario, la personalità consiste di funzioni che racchiudono la maggior parte dei nostri ‘io’, gli atteggiamenti, i pregiudizi ed i comportamenti. Queste funzioni hanno uno scopo, ma non possono essere consapevoli; non possono essere presenti. Lo stato dell'essenza, invece, può diventare presente attraverso la divisione dell'attenzione. Può osservare le funzioni ed essere consapevole dell'osservarle. R. Burton ci ricorda che: "Non siete quello che osservate. Siete colui che sta osservando". Quando lo stato d'essenza diventa consapevole di se stesso, la presenza si trasforma in stati superiori di coscienza.

Affinché questo possa avvenire, alcune funzioni della personalità devono sostenere l'essenza nel suo sforzo di essere presente. Ad esempio, la parte più elevata della personalità è il maggiordomo e le parti intellettuali dei centri che producono 'io' di lavoro. Queste parti non possono essere presenti, ma possono promuovere la presenza dando una 'spinta' all'essenza in quella direzione. Fanno da impalcatura, affinché l'essenza possa imparare ad essere presente da sola. R. Burton dice che: "Lo sviluppo della personalità consiste nello sviluppo della vera personalità in 'io' di lavoro, e del desiderio dell'essenza di essere presente". Aggiunge poi che gli 'io' di lavoro non sono sufficienti da soli; l'essenza deve entrare in azione con loro essendo presente.

Ouspensky spiega che la personalità è uno scudo per l'essenza: la protegge da influenze planetarie nocive e da cambiamenti di clima estremi. Questo é ancor più vero internamente, dove il lavoro corretto della personalità è quello di proteggere l'essenza dalle influenze meccaniche dell' immaginazione, dell' identificazione, e delle emozioni negative: tutte queste cose corrompono l'essenza e le impediscono di essere presente.

Quando la personalità indulge in 'io' meccanici è chiamata falsa personalità, poiché rinforza tutto quello che di immaginario e falso c'é in noi. Quando, invece, devia la meccanicità e promuove la presenza viene chiamata vera personalità, poiché nutre quello che è reale in noi, la presenza divina del nostro Sé reale. Con l'aiuto della vera personalità possiamo dividere l'attenzione; dividendo l'attenzione ritorniamo allo stato di essenza, ma questa volta con presenza consapevole. Hafiz ha detto: "L'Amato, con le sue stesse mani, come un prezioso bambino, sta sorgendo dentro di te".

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1— Ricapitolando i capisaldi del sistema
• Il sistema è un'antica conoscenza oggettiva
• Il microcosmo uomo può ttrascendere se stesso
• Le scuole usano metodi precisi per il risveglio

2— I quattro centri inferiori(richiede il numero 1)
• Osservare come funzionano i centri inferiori
• Riconoscere quando i centri inferiori interrompono la presenza
• Usare i centr inferiori per raggiungere icentri superiori

3— Promuovere e prolungare la presenza
(richede i numeri 1 e 2)
• Il centro istintivo come la 'mente dietro la macchina'
• Sviluppare il maggiordomo e le parti intellettuali dei centri
• Metodi specifici per promuovere e prolungare la presenza

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